La perdurante congiuntura negativa ha costretto molte PMI a dare corso a processi di ristrutturazione al fine di evitare di restare coinvolti in situazioni critiche per ciò che attiene l’equilibrio economico – finanziario; ciò ha comportato ad esempio la necessità di ridisegnare l’organizzazione delle proprie strutture aziendali, gli organigrammi, i programmi di produzione o i processi produttivi; tutte situazioni che, tipicamente, richiedono la massima concentrazione dell’imprenditore, con conseguente necessità di rinvio delle attività non impellenti. Accade così per molte PMI che, già da qualche anno, la predisposizione e l’approvazione del bilancio venga slittata “in avanti”, sulla base della possibilità offerta dall’art. 2364 c.c., e cioè dai 120 ai 180 giorni dalla data di chiusura dell’esercizio. In questo articolo ci si vuole soffermare sul fatto che detto rinvio può essere utilizzato strategicamente per implementare l’informativa di bilancio, includendovi tutte quelle notizie utili a dare piena contezza di come le strategie intraprese dagli imprenditori siano tali da migliorare l’efficienza complessiva dei fenomeni di gestione; e ciò soprattutto in chiave di miglioramento dei rapporti banca – impresa.
Già in precedenti occasioni ho sottolineato come il fascicolo di bilancio debba essere opportunamente arricchito con l’inserimento del rendiconto finanziario (in nota integrativa) e degli indici maggiormente significativi relativi alla redditività, solvibilità e solidità aziendale (nella relazione sulla gestione); in questa sede voglio sottolineare come un dialogo completo con il sistema finanziario e tipicamente con quello bancario non possa prescindere dall’inclusione nell’informativa di bilancio delle principali tecniche di scoring per la valutazione del merito creditizio e dei relativi commenti, sia in caso di risultati positivi (dando così luogo alla valorizzazione dei punti di forza dell’azienda ed esplicando l’attitudine dell’azienda a generare utili e cash flow), sia in caso di risultati meno buoni (fornendo indicazione delle relative cause, della capacità di controllo e di influenza da parte di chi guida l’azienda e spiegando le politiche intraprese per invertire la rotta). E’ bene ricordare infatti che il fascicolo di bilancio, una volta pubblicato, costituisce per i successivi 12 mesi una vera e propria “business card” per l’azienda, principalmente nei confronti del sistema bancario ma anche di quello commerciale (fornitori e clienti). E di ciò bisogna necessariamente tenerne conto in fase di redazione.
Volendo far riferimento alle principali tecniche di autovalutazione dello scoring, se ne citano due tra le più famose: lo Z – Score di Altman e l’EM – Score, che costituisce l’evoluzione del primo. Senza voler dilungarsi sui fondamenti teorici dei due sistemi, si può in sintesi affermare che essi si basano sullo sviluppo di una funzione matematica che include alcuni tra i principali indici di bilancio, considerati sulla base di opportuni coefficienti di ponderazione, al fine di elaborare uno strumento predittivo del rischio di default dell’azienda. Lo Z – Score individua quattro classi di risultato, con demarcazioni più nette tra le situazioni di salute dell’azienda o di sua patologia, l’EM – Score ne individua addirittura venti, con demarcazioni più “sfumate” tra una situazione e l’altra, consentendo così un giudizio più dettagliato.
Ebbene, lo sviluppo di una valutazione dei risultati di bilancio secondo il metodo EM – Score o secondo metodi ulteriori che ad esso si rifanno (Moody’s, Fitch, Standard & Poor’s, etc.) e l’esposizione nel fascicolo di bilancio, tipicamente nella relazione sulla gestione, dei relativi risultati consentono, in primo luogo, di far sì che l’azienda dia modo di intendere a chi legge il bilancio (e in particolare ai soggetti preposti all’erogazione del credito) la consapevolezza del modo in cui viene condotta la gestione aziendale e peculiarmente l’attenzione ai rapporti con il mondo bancario.
In secondo luogo, se l’autovalutazione dello scoring di bilancio dà esito positivo, la sua inclusione nei documenti di bilancio contribuisce al miglioramento del potere contrattuale dell’azienda nei confronti delle banche; ciò ha una rilevanza di non poco conto relativamente alla necessità o meno di dover prestare garanzie personali o reali a fronte del credito ottenuto; un risultato meno buono, invece, non comporta necessariamente una valutazione negativa dell’azienda, in quanto denota, in ogni caso, la presa di conoscenza della situazione e, come già detto, può essere il punto di partenza per l’esposizione delle strategie che l’imprenditore intende intraprendere per invertire la tendenza.
Da ultimo, si rammenta sempre che è opportuno inserire nella relazione sulla gestione alcune brevi ma significative considerazioni sull’analisi andamentale, desunte dalla lettura e interpretazione della visura della Centrale dei Rischi: ciò aumenta indubbiamente la percezione, da parte di chi legge il bilancio, dell’attenzione e della competenza dell’imprenditore riguardo agli aspetti finanziari della gestione.